Kisaju - Giugno 2020
Cari amici, volevo aggiornarvi su quanto fatto in questi primi sei mesi dell’anno.
Quest’anno era iniziato bene con le nostre uscite nella zona più remota nella terra dei Masaai. Procedeva bene, addirittura avevamo raggiunto un altro villaggio: Ilmotiok, sul confine tra Kenya e Tanzania. I Lion di Riverside ci hanno donato dei kit per fare lo screening sul diabete; questo ci ha fatto decidere a portare nelle uscite anche un medico, non solo la nutrizionista. In gennaio tra adulti e bambini abbiamo avuto 542 persone, in febbraio ben 823 persone, all’inizio di marzo 768 persone.
Le piogge sin da novembre 2019 non ci hanno abbandonato: questo ha fatto sì che dovevamo prestare ancora più attenzione alla strada. All’interno non esistono strade tracciate per cui la macchina era sottoposta a notevoli sforzi. In uno di questi viaggi, andando ad Oloilalei, abbiamo avuto dei problemi alla macchina. Dopo che avevamo caricato tutta la merce, la macchina si rifiutava di partire; abbiamo chiamato un meccanico della zona che è arrivato quando ormai era buio e, malgrado i suoi sforzi e le nostre torce, non è riuscito a risolvere il guasto. Il pastore e la comunità hanno insistito perché passassimo la notte con loro. Ah, mi sono dimenticata di dirvi che quel villaggio è vicinissimo al parco dell’Amboseli. La moglie del pastore, Sarah, ha insistito di dividere il loro pasto con noi, e di dormire da loro.
Ci siamo realmente sentiti parte di una grande famiglia.
Durante la notte abbiamo avuto il piacere di sentire il ruggito dei leoni, e le risate delle iene; abbiamo ringraziato Dio di essere in un luogo riparato. Al mattino, poiché la macchina si rifiutava di partire, abbiamo dovuto lasciare la Land Rover nel cortile della missione e arrangiarci con i mezzi che abbiamo potuto trovare per strada per arrivare verso sera a casa, al Dispensario. Il nostro meccanico è andato il giorno dopo per vedere di riuscire a ripararla, ma niente da fare. Non ha potuto far altro che trainarla fino a casa. Cosa non facile per via della strada disastrata ma, alla fine, è riuscito nell’intento superando non poche difficoltà. Ha dovuto lavorarci per una buona settimana prima di riuscire a completare la riparazione.
In marzo abbiamo incominciato ad avere i primi casi di COVID. Il governo dice di non preoccuparsi, che tutto è sotto controllo, ma la popolazione incomincia ad avere paura, la maggioranza non ha soldi per potersi permettere di fare indagini approfondite e quindi farsi curare. Il COVID ha creato ulteriore povertà perché la gente ha perso il lavoro e quindi fa molta difficoltà a sostenersi e a procurarsi il cibo. Il governo impone nuovi obblighi. La gente deve rimanere in casa, il coprifuoco è dalle 7 di sera, fino alle 5 del mattino, con totale libertà alla polizia per far sì che tutti ubbidiscano, proibito assembramenti. Noi siamo aperti come clinica, ma abbiamo dovuto sospendere le uscite nei villaggi. Per una strana coincidenza, lo stesso giorno che il governo ha imposto le restrizione, i Lion di Riverside ci hanno portato un monitor vitae e delle nuove apparecchiature per il laboratorio; è stata proprio una benedizione.